Per la prima volta e' stato costruito in laboratorio un intestino umano utilizzando le cellule staminali. E' il primo organo umano nato in provetta. Finora l'unico organo costruito in laboratorio con le staminali era stato, nel giugno scorso, il polmone del topo. La ricerca, pubblicata online su Nature, apre la strada a trapianti senza rischio di rigetto e alla possibilita' di studiare meglio alcune malattie molto comuni dell'intestino. Per ''fabbricare''
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate capaci di trasformarsi in altri tipi di cellule del corpo attraverso il differenziamento cellulare.
Staminali contro la sclerosi multipla: riparano i danni inferti alla mielina
Un gruppo di scienziati delle universita' di Edinburgo e Cambridge hanno trovato un modo per riparare i nervi danneggiati con le cellule staminali. La scoperta, pubblicata sulla rivista "Nature Neuroscience", potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci per la riparazione dei nervi nel cervello e nel midollo spinale, e potenzialmente invertire alcuni sintomi della sclerosi multipla. Questa patologia e' al momento incurabile e provoca perdita di
Leucemia: bimba guarita con staminali del suo cordone ombelicale
Una bambina che ora ha nove anni e' stata curata in Germania da una grave forma di leucemia linfoblastica acuta con celle staminali provenienti dal sangue del suo cordone ombelicale conservato alla nascita presso una impresa di Lipsia. L'operazione, la prima del genere ad avere avuto successo, è stata fatta dopo che alla bimba, quando aveva tre anni, erano state scoperte cellule leucemiche anche al cervello. "Senza un trapianto
Cervello 'rinasce' da iniezione cellule staminali, primo intervento al mondo
Per la prima volta al mondo sono state iniettate cellule staminali nel cervello di un uomo colpito da ictus. Il tutto con l'obiettivo di riparare i tessuti danneggiati da ischemia. Protagonisti di questo intervento sono stati i medici dell’ateneo scozzese di Glasgow in tandem con la società di biotecnologie britannica ReNeuron. Il primo paziente su cui è stata sperimentata la cura è un uomo di 60 anni colpito da ictus 18 mesi fa e reso gravemente disabile.
Tumore al cervello: svolta per la cura, staminali alimentano gliobastoma
Grazie a scienziati italiani e' stata scoperta' l''arma segreta' di uno tra i tumori piu' aggressivi, il glioblastoma, cancro al cervello che quasi sempre non lascia speranze ai malati: questo tumore e' cosi' aggressivo perche' si costruisce da se' i vasi sanguigni che lo nutrono, a partire da cellule staminali tumorali che si trasformano in ''cellule endoteliali'', ovvero cellule delle pareti dei vasi. La scoperta, descritta su Nature, si deve a un gruppo di
Sangue umano prodotto dalle staminali della pelle da stesso paziente
Presto sarà possibile utilizzare per le trasfusioni, sangue prodotto direttamente dalle cellule staminali della propria pelle. Uno staff di ricercatori canadesi della McMaster University, ha annunciato su Nature che, al termine di uno studio condotto sulle cellule staminali della pelle, sono giunti al risultato di riuscire a trasformarle "direttamente" in cellule del sangue, senza farle passare dallo stato di pluripotenza. E' la prima volta,
La pluripotenza delle cellule staminali dal singolare effetto terapeutico
La capacità delle cellule staminali di trasformarsi in ogni altro tipo di cellula del corpo è una caratteristica che viene definita come “pluripotenza”. Ciò che rende così interessanti le cellule staminali dal punto di vista terapeutico è proprio la pluripotenza. Quando un embrione ha pochi giorni di vita, le cellule staminali cominciano a differenziarsi in particolari tipi di tessuti e perdono definitivamente la pluripotenza. Ma se le staminali
Staminali adulte del sangue per battere i tumori
Tra tre anni il tumore sarà controllabile grazie alle staminali adulte del sangue trasformate in armi. Normalmente il cancro le calamita per usarle a suo vantaggio: lo stimolano e l'alimentano. Scoperto questo, un team italiano ha modificate le staminali, introducendovi un gene che produce la proteina killer Trail. Trail attacca le membrane delle cellule tumorali, uccidendole. In pratica, le staminali Ogm vengono moltiplicate e re-iniettate nel malato. «Farmaco»
Realizzato il primo fegato umano in provetta
Un gruppo di ricerca Usa ha realizzato il primo fegato umano in provetta. Per ora e' in miniatura ma funziona come un fegato vero e presto potrebbe essere testato su animali. L’annuncio arriva dal gruppo di ricerca di Anthony Atala che dirige il Wake Forest Institute for Regenerative Medicine di Winston-Salem in North Carolina, molto attivo nel campo dell’ingegneria dei tessuti per la creazione di organi in laboratorio. Il fegato è stato creato a partire da cellule umane: staminali adulte epatiche (cioè le cellule precursori del fegato di cui esiste una riserva nel fegato di ciascun individuo per svolgere processi di manutenzione ordinaria) e cellule endoteliali, cioè quelle che costituiscono i vasi sanguigni. Se si riuscisse un giorno a ricostruire in provetta un dato organo a partire da cellule staminali del paziente stesso, ipoteticamente ciascuno di noi potrebbe avere i propri `pezzi di ricambio´ a disposizione in caso di necessità. Il fegato umano in miniatura segue questo filone della ricerca: in modo simile a come è stato ottenuto il polmone a Yale, il gruppo di Atala è partito da fegato di animali che ha poi privato di tutte le sue componenti cellulari con dei detergenti (processo di `decellularizzazione´) rimanendo con un’impalcatura di collagene e vasi sanguigni, ripulita di tutte le cellule animali. Poi, attraverso un vaso sanguigno, gli scienziati hanno infuso nell’impalcatura cellule umane di fegato e endoteliari. Queste si sono posizionate ordinatamente e poi il tutto è stato messo in un bioreattore, una sorta di incubatrice in cui il fegato è stato nutrito. Dopo una settimana il fegato è cresciuto e ha cominciato a dimostrarsi funzionale. Il prossimo passo sarà vedere se questo fegato, trapiantato in animali, funziona; e poi crearne uno di dimensioni compatibili al corpo umano. Intanto il fegato in miniatura servirà anche per testare nuovi farmaci in provetta, un modo di certo più veritiero che non i test cellulari che si eseguono oggi per verificare sicurezza ed efficacia di un farmaco. Il gruppo di Atala, intanto, continua a lavorare su più fronti nella rigenerazione di organi e tessuti e terapia cellulare: sono in cantiere anche pancreas e reni.
Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/
Foto: http://www.ansa.it/web/
Fonte: http://www.ilsecoloxix.it/
Foto: http://www.ansa.it/web/
Così si fabbrica un cuore nuovo, tecnica chiamata decellularizzazione
Una nuova tecnica, chiamata , ha permesso ad alcuni ricercatori dell'Università del Minnesota di ricreare un cuore. Hanno fatto passare una sostanza chimica detergente, l’Sds (sodio dodecil fosfato) nel cuore di cadavere di ratto. Questa sostanza causa la denaturazione delle proteine ed è usata in laboratorio anche per produrre valvole cardiache porcine per uso umano. Dodici ore dopo non c’erano più cellule del donatore, era
Il corpo si ricostruisce con le staminali del grasso
Rigenerare organi e tessuti danneggiati utilizzando le cellule adipose del nostro stesso grasso, con un approccio poco invasivo, tempi di ripresa rapidi, nessun rischio di rigetto. Quella che sembrava fino a pochi anni fa una prospettiva solo futuristica oggi e' realta' con la chirurgia rigenerativa, una branca in crescita e dalle enormi, e ancora parzialmente inesplorate, potenzialita'. Il prof. Valerio Cervelli, Direttore della Scuola di Specializzazione e della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Universita' di Tor Vergata, ne e' convinto: "La nostra sara' la generazione della Rigenerazione. E della 'riabilitazione' del grasso corporeo: se prima qualche chilo in piu' poteva rappresentare un problema estetico, adesso invece la chirurgia rigenerativa si rivolge proprio a quel tessuto adiposo in eccesso prodotto dal nostro corpo, per estrarre le cellule a cui attingere per poter rigenerare organi e tessuti". La Chirurgia Rigenerativa rappresenta oggi la nuova frontiera di una scienza all'avanguardia, che riesce a restituisce funzione e integrita' ai tessuti danneggiati, utilizzando cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo e fattori di crescita contenuti nelle piastrine, oltre che biomateriali sintetici. "La medicina e la chirurgia rigenerativa trovano largo impiego nella terapia di gravi ferite che stentano a rimarginarsi, nelle ulcerazioni croniche, nelle cicatrici, nelle ustioni, nelle malformazioni facciali, nella ricostruzione mammaria e nella chirurgia estetica mini-invasiva, nella correzione di liposuzioni, seno e viso", spiega Cervelli alla vigilia della seconda Conferenza internazionale di chirurgia rigenerativa che si aperta ieri a Roma. "Il tessuto adiposo - prosegue- e' anche ricco di cellule staminali e di cellule vasculo stromali, in grado di favorire la rigenerazione dei tessuti molli danneggiati. Questa tecnica puo' essere utilizzata per migliorare i profili mammari e la volumetria del seno, per aumentare il volume degli zigomi, ma anche determinare un ringiovanimento completo del volto e del collo grazie all'azione mirata di questa componente cellulare.". L'idea, in fondo, la fornisce la natura: "Alle lucertole se tagli la coda o una zampa ricresce in poco tempo, identica a prima. Per l'uomo questa proprieta' rigenerativa e' piu' ridotta, ma comunque presente, e dalle grandi potenzialita'".
Fonte: http://salute.agi.it/
Fonte: http://salute.agi.it/
Doppio trapianto di mani: usata tecnica anti-rigetto basata su staminali
Eccezionale intervento chirurgico all'ospedale San Gerardo di Monza. A una paziente di 52 anni sono state trapiantate entrambe le mani. L'operazione, la prima al mondo di questo genere, è stata effettuata dall'equipe del professor Massimo Del Bene, primario di Chirurgia plastica e della mano. La paziente è tutt'ora ricoverata precauzionalmente in rianimazione, ma è cosciente e in buone condizioni. L'intervento ha usato una tecnica anti-rigetto basata sulle cellule staminali, un principio già noto in teoria, ma ancora mai applicato che l'equipe del San Gerardo l'ha utilizzato per primo. A donare le mani per il trapianto record, eseguito nella notte tra lunedi' e martedi' scorso e durato circa 6 ore, e' stata una donna di 58 anni. La paziente aveva subito l'amputazione dei entrambe le mani ed entrambi i piedi a causa di una gravissima forma di sepsi che aveva colpito tutte le quattro estremità del corpo. Ora ci vorranno 7 giorni per sciogliere la prognosi sulla completa riuscita dell'intervento. Il professore Massimo Del Bene, ha spiegato: "In Italia è la prima operazione del genere, nel mondo sono già stati fatti 22 trapianti bilaterali. La paziente sta bene, la profusione delle mani è ottimale e non ci sono problemi di natura vascolare che sono sempre la nostra paura nel primo periodo. Poi ci sarà il problema funzionale e del recupero psicologico". In ogni caso la paziente che si chiama Carla, ha due figli e abita in provincia di Varese, "è una donna fortissima che ha espresso da subito la volontà del trapianto. E' iscritta all'Aido da 20 anni, ha detto sono qui per ricevere ma nel caso posso anche donare". ''La forza del nostro sistema - ha detto l'assessore alla Sanità Lorenzo Bresciani - è la rete degli ospedali e delle strutture, alla quale concorrono i singoli nodi di eccellenza con le proprie caratteristiche. Un contributo fondamentale viene dato dalla preparazione e dalla passione dei nostri professionisti che sono tra i migliori.''. Per l'intervento del doppio trapianto di mano è stata usata una tecnica anti-rigetto basata sulle cellule staminali: l'equipe del San Gerardo l'ha utilizzato per primo. Le cellule sono le stesse che producono ossa e cartilagini, e iniettate nel paziente nelle prime 24 ore hanno un'azione immunosoppressiva.
Via: http://www.tgcom.mediaset.it/
Via: http://www.tgcom.mediaset.it/
Usa, primo paziente trattato con cellule staminali embrionali: terapia
Cominciano i primi trattamenti con le cellule staminali embrionali negli Stati Uniti. Il primo paziente, semi paralizzato a causa di una lesione al midollo spinale, ha ricevuto un’iniezione di milioni di cellule staminali nel punto del midollo danneggiato. La terapia, ancora in fase sperimentale, è stata effettuata con l’autorizzazione della Food and Drug Administration, allo Shepard Center di Atlanta, un ospedale specializzato nel
Corea del Sud, premio internazionale a ricercatrice del Mario Negri
Premio internazionale a una giovane scienziata italiana per la ricerca sulle cellule staminali. Cinzia Rota dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo ricevera’ il 2 ottobre a Seoul, durante il Simposio internazionale sulle cellule staminali, il Stem Cells-Young Investigator Award 2010. Ad assegnarlo ogni anno e’ la rivista scientifica ‘Stem Cells’, per premiare un giovane ricercatore che, come autore principale, abbia
Laboratorio Terni, via libera da Aifa a produzione cerebrali
Da un piccolo laboratorio dell'Umbria con appena cinque addetti partirano le cellule staminali che potrebbero portare in breve a nuove terapie per tutte le malattie degenerative. A 'fabbricarle' e' il Laboratorio Cellule Staminali dell'ospedale della citta' umbra, che ha appena ottenuto la certificazione dell'Aifa e in cui entro pochi mesi partiranno le sperimentazioni di fase 1 per i malati di Sla. "Il nostro laboratorio e' unico in
Studio Usa, staminali da cellule della pelle dopo loro riprogrammazione
Le cellule della pelle umana potranno essere riprogrammate per trasformarsi in staminali, risolvendo così il problema di creare linee di cellule provenienti da embrioni. Il metodo è stato scoperto dai ricercatori dell'Harvard Stem Cell Institute e la ricerca, a cura del team guidato da Derrick Rossi, è stata pubblicata dalla rivista "Cell Stem Cell". Grazie a questa nuova tecnica si evita l'uso di virus per portare nuovi geni all'interno delle cellule e pertanto si
Staminali per il trattamento dell'insufficienza epatica nei pazienti
Al convegno 'Esperienze in Medicina Rigenerativa', svoltosi al S.Orsola - Malpighi di Bologna, al quale hanno partecipato i principali esperti a livello internazionale, si è parlato delle cellule staminali per il trattamento dell'Insufficienza epatica. Il convegno ha voluto puntualizzare lo stato dell'arte del trattamento medico e del trapianto nella cirrosi epatica, e il ruolo che possono avere le cellule staminali, in questo contesto, nel presente e nel futuro. Inoltre, sono stati presentati i risultati degli studi pre-clinici e dei primi pazienti arruolati in questo protocollo. Infine nella tavola rotonda si sono discussi gli aspetti medici, biologici, tecnici e autorizzativi che sono fondamentali per lo sviluppo di progetti di Medicina Rigenerativa che coinvolgono cellule staminali. Uno dei progetti finanziati aveva come scopo lo studio delle cellule staminali per il trattamento della insufficienza epatica terminale nei pazienti cirrotici (responsabile scientifico, prof. Roberto M. Lemoli). Tale patologia, attualmente trattabile solo con il trapianto di fegato, rappresenta una delle principali cause di mortalita' nella popolazione di molte regioni italiane. Le prime fasi della ricerca hanno dimostrato la possibilita' di isolare e caratterizzare e produrre per uso clinico le cellule staminali multipotenti CD133+ dotate di notevole capacita' rigenerativa e protettiva. Cio' e' stato possibile - informa il S.Orsola di Bologna - grazie al lavoro dei ricercatori della Cell Factory della Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, struttura autorizzata dall'Aifa alla produzione di prodotti per terapia cellulare dal luglio 2007. Qui le cellule sono state purificate grazie a un sistema basato sul riconoscimento specifico di un anticorpo. Le cellule, concentrate in un piccolo volume, sono state congelate prima di essere utilizzate nello stesso paziente da cui erano state prelevate, con l'obiettivo di promuovere la rigenerazione cellulare e proteggere i tessuti da ulteriore danno.
Fonte: AGI
Trattamenti Beike solo in Cina
Se fino a qualche mese fa il nome dell'Azienda di Biotecnologia BEIKE rappresentava un nome dal quale tenersi lontani, ora che è stata resa pubblica la lista delle pubblicazioni scientifiche relative all'applicazione clinica delle cellule staminali da essa usate, il suo nome viene utilizzato da associazioni di malati e altri centri per reclutare pazienti con proposte di trattamenti che nulla hanno a che fare con la Beike Biotech, utilizzando impropriamente il nome dell'Azienda, i suoi materiali informativi, i formulari e le testimonianze originali, di proprietà esclusiva della Beike. Le cellule staminali proposte da queste organizzazioni non rispondono ai criteri di garanzia della Beike le cui staminali sono sottoposte ad un triplo controllo rispettando i criteri dell'AABB (American Association of Blood Banks) e l’Azienda ha ottenuto recentemente il Certificato ISO internazionale, tanto è vero che su ca. 8000 pazienti trattati non si è riscontrato a tutt'oggi alcun problema. Beike Europe esprime preoccupazione per le possibili conseguenze a danno dei pazienti, oltre che naturalmente per il relativo danno d'immagine che subirebbero sia l'azienda che i trattamenti con le cellule staminali in genere. Fin dalla sua istituzione nel 2005, Beike si è focalizzata sulla creazione di sistemi di controllo specifici per l'industrializzazione delle cellule staminali con pronta adozione dei criteri stabilita dalla Associazione delle banche del sangue (AABB) e dalla Fondazione per l'accreditamento della terapia cellulare (FACT). Attraverso il presente comunicato si vogliono mettere in guardia tutti gli interessati affinchè valutino attentamente le proposte sottolineando che Beike Europe è l'unica struttura ufficiale di rappresentanza della Shenzhen Beike.
Via: http://www.sprintonline.com/news/
Via: http://www.sprintonline.com/news/
Corte d'appello Usa rimuove blocco a finanziamento su staminali
Una corte d'appello Usa ha acconsentito alla richiesta dell'amministrazione Obama di sospendere temporaneamente il divieto deciso da un giudice per il finanziamento federale di ricerche in cui vengono utilizzate cellule staminali embrionali umane. Una commissione composta da tre giudici della corte ha detto in un'ordinanza che sospende il divieto deciso in precedenza per avere tempo a sufficienza per valutare il
Beike: terapie staminali sicure, studio realizzato su oltre tremila casi
Grazie alle cellule staminali è possibile migliorare la qualità di vita delle persone che soffrono di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) o l’Atassia di Friedrich, un disturbo associato a problemi di coordinazione nei movimenti, o quantomeno arrestare la progressione della malattia. E’ la notizia diffusa nella conferenza stampa organizzata tempo fa a Milano da Beike Europe Sa che ha presentato la terapia realizzata in Cina: cellule
Infarto: con le staminali mortalità abbattuta di quattro volte
Si è aperto oggi il congresso della Società Europea di Cardiologia che conta 60 mila iscritti. In questa occasione è stata illustrata la ricerca sulle cellule staminali prelevate dal midollo osseo del paziente ed iniettate nel cuore dopo un infarto. Il risultato è che gli ridanno vigore e abbattono di 4 volte la mortalità nei cinque anni successivi all'impianto. Le cellule "bambine" riescono a rallentare il lento processo degenerativo che spesso
Usa: staminali, al via primi test su uomo per verificarne efficacia
Per la prima volta negli Stati Uniti saranno effettuati test sull'efficacia delle cellule staminali embrionali sull'uomo. Dopo anni di attesa, la Geron Corp ha ricevuto a luglio il via libera della Food and Drug Administration ad effettuare test su esseri umani su pazienti parzialmente paralizzati. Ricercatori della società californiana inietteranno staminali in pazienti con forme di cecità progressiva e su altri paralizzati con
Cellule di pelle dal timo
Cellule di un organo del sistema immunitario, il timo, sono state trasformate in cellule della pelle ''direttamente'', ossia senza che venissero esposte ad alcuna modificazione. Il risultato, pubblicato su Nature, deriva dai progetti EuroStemCell, EuroSyStem e OptiStem, promossi dalla Commissione Europea. L'esperimento e' stato condotto su cellule di ratto, prelevate, isolate e coltivate in laboratorio nelle stesse condizioni nelle quali vengono di solito coltivate le cellule della pelle. E' stata sufficiente l'esposizione a questo ambiente, fatto di sostanze nutrienti e fattori di crescita, che le cellule del timo hanno cambiato identita'. Una volta completata la trasformazione, sono state trapiantate in un lembo di pelle coltivato artificialmente. Il risultato e' particolarmente incoraggiante perche', a distanza di un anno, le cellule ottenute dimostrano ancora di rigenerare le cellule della pelle e di garantire la funzione dei follicoli piliferi, che contribuiscono a rigenerare la pelle dopo lesioni e ferite. Secondo gli esperti l'esperimento indica che i segnali che provengono dal ''micro-ambiente'' (in questo caso dal cocktail di fattori necessari da alimentare le cellule della pelle) e' in grado di riprogrammare cellule di tipo diverso. ''Le cellule di timo si sono trasformate a causa dell'ambiente con il quale sono entrate in contatto'', ha osservato il coordinatore della ricerca, Yann Barrandon. ''In teoria - ha aggiunto - questa operazione puo' essere riprodotta con altri organi''.
Fonte: http://www.ansa.it/web/
Fonte: http://www.ansa.it/web/
Dalle staminali una cura per le malattie cutanee gravi
Per la prima volta sono state usate con successo le cellule staminali prelevate dal midollo spinale per 'riparare' la pelle di decine di bambini affetti da una rarissima e dolorosissima malattia per cui non esiste alcuna cura. Si tratta della 'epidermolisi bollosa distrofica recessiva', che causa la continua vescicazione della pelle e di solito e' letale. Tra le zone piu' colpite la bocca e l'esofago. Cio' rende un martirio il semplice nutrirsi. Tra il 2007 e il 2009 i
Tumore prostata: individuata cellula madre che lo genera
Catturate le sfuggenti "cellule madre" del cancro alla prostata, ovvero le cellule responsabili di questo tumore e dalle quali il cancro ha inizio. Ciò è stato possibile grazie ad un originale esperimento che ha portato anche alla creazione di un tumore umano partendo da cellule sane. Annunciata sulla rivista Science, la scoperta è importante perché queste staminali del cancro potrebbero divenire un risolutivo bersaglio terapeutico e portare all'individuazione di nuovi marcatori per migliorare la diagnosi e mettere a punto test predittivi della gravità della malattia nel singolo paziente. Da quando si è compreso che alla base dei tumori c'é un manipolo di poche cellule staminali 'impazzite' che generano l'intera massa tumorale, è partita una caccia grossa a livello mondiale per l'isolamento delle staminali per ciascuna neoplasia. Le staminali colpevoli, trovate da un team della Università di Los Angeles, si chiamano "cellule basali", ha spiegato Owen Witte, coordinatore dello studio. Si tratta di una scoperta importante, ha commentato il lavoro Ruggero De Maria, Dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, che fa un po' di luce sulle cellule alla base di questo tumore maschile, davvero difficili da isolare in modo certo. Inoltre la procedura con cui è stato ottenuto questo risultato, ha aggiunto De Maria, con un lavoro semplice e pulito, consente anche di mettere a disposizione della comunità scientifica nuove cellule su cui studiare il tumore, non prese dai pazienti ma prodotte direttamente in provetta.
Fonte: http://www.ansa.it/
Fonte: http://www.ansa.it/
Rigenerare le ossa grazie alle staminali
Le articolazioni rotte o danneggiate possono essere riparate con le cellule staminali dello stesso organismo, senza iniezioni di tessuti realizzati in laboratorio. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori statunitensi, per ora sui conigli, con uno studio pubblicato da 'The Lancet'. Agli animali e' stato tolto l'osso di un arto anteriore, rimpiazzato da uno scheletro artificiale fatto di un materiale ricoperto di sostanze chimiche che attirano le cellule staminali delle ossa e della cartilagine. Quattro settimane dopo a tutti e dieci gli animali trattati era guarita la zampa, e tutti avevano ripreso le normali funzionalita'. "E' la prima volta che viene ricostruita un'intera superficie che riprende tutte le sue funzioni - ha spiegato Jeremy Mao, del Columbia University Medical Center - la rigenerazione delle ossa e della cartilagine dalle cellule staminali puo' essere di grande aiuto in chi ha una frattura alla spalla, al ginocchio o all'anca". La tecnica e' molto promettente, spiegano gli autori, soprattutto nei casi in cui bisogna sostituire intere parti dello scheletro, come nel caso delle fratture dell'anca.
Fonte: Agi
Fonte: Agi
Nuova speranza per le staminali cardiache da tecniche innovative
Un gruppo di ricercatori dell'Imperial College London, nel Regno Unito, ha messo a punto delle innovative tecniche per identificare e poi purificare le cellule staminali cardiache che possono dare origine a cellule del cuore che battono. Lo riporta un articolo pubblicato sul notiziario Cordis. I ricercatori, coordinati da Michael Schneider, hanno individuato le cellule in questione nei topi, e anche se gli indicatori di identificazione sono molto diverse nelle
Italia e Spagna a confronto per parlare di staminali
L'incontro ufficiale è iniziato lo scorso venerdì e si concluderà lunedì 12 luglio. Oggetti di discussione e di lavoro, propedeutici alla condivisione futura di progetti, i temi cruciali della ricerca scientifica e della conservazione dell'ambiente naturale. Protagonisti di questo scenario sono un ospite straniero di alto livello istituzionale - Dr. Juan Manuel Revuelta, direttore generale della Fondazione della Comunita' Valenciana presso l'Unione Europea - e, per parte italiana, alcuni fra i medici ricercatori piu' importanti del settore della genetica e della diagnosi neonatale - Dott. Federico Maggi, presidente del laboratorio di analisi Toma Spa; Prof. Giuseppe Simoni, braccio destro responsabile del ramo scientifico della societa' e direttore scientifico di Biocell Center Spa; insieme ai responsabili della Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita di Gerenzano e del Parco Naturale delle Lame del Sesia.
La visita ufficiale, che abbraccia un intero weekend - a sottolineare la volonta' di consolidare rapporti sia personali sia professionali fra le due regioni, prevede un ricco programma. In particolare, la giornata di sabato 10 luglio è stata dedicata ad approfondire la rispettiva conoscenza sulle esperienze di eccellenza nella ricerca scientifica e sulle possibilita' culturali da sviluppare insieme, mentre lunedi' 12 sara' la volta del dibattito sui progetti di tutela ambientale e naturalistica da intraprendere.
Dalla scienza alla natura il passo e' breve. Il Parco delle Lame del Sesia e l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua sono enti gestori di un patrimonio ambientale ricco di biodiversita', tra le zone umide piu' importanti dell'area: un habitat fragile, eppure ricchissimo, da preservare con progetti di tutela e conservazione che non possono che avere respiro internazionale. L'incontro fra questi luoghi di eccellenza e questi personaggi ha pertanto l'obiettivo dichiarato di discutere le priorita' di sviluppo e intervento, a livello comunitario, che dovranno svolgersi nel 2020, per i quali e' necessaria una progettualita' fin d'ora, al fine di individuare risorse finanziarie per la loro realizzazione. Un momento assai significativo, dunque, a livello politico e pratico, che potra' fondare le basi per una parte di Europa che avremo.
Fonte: Agi
La visita ufficiale, che abbraccia un intero weekend - a sottolineare la volonta' di consolidare rapporti sia personali sia professionali fra le due regioni, prevede un ricco programma. In particolare, la giornata di sabato 10 luglio è stata dedicata ad approfondire la rispettiva conoscenza sulle esperienze di eccellenza nella ricerca scientifica e sulle possibilita' culturali da sviluppare insieme, mentre lunedi' 12 sara' la volta del dibattito sui progetti di tutela ambientale e naturalistica da intraprendere.
Dalla scienza alla natura il passo e' breve. Il Parco delle Lame del Sesia e l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua sono enti gestori di un patrimonio ambientale ricco di biodiversita', tra le zone umide piu' importanti dell'area: un habitat fragile, eppure ricchissimo, da preservare con progetti di tutela e conservazione che non possono che avere respiro internazionale. L'incontro fra questi luoghi di eccellenza e questi personaggi ha pertanto l'obiettivo dichiarato di discutere le priorita' di sviluppo e intervento, a livello comunitario, che dovranno svolgersi nel 2020, per i quali e' necessaria una progettualita' fin d'ora, al fine di individuare risorse finanziarie per la loro realizzazione. Un momento assai significativo, dunque, a livello politico e pratico, che potra' fondare le basi per una parte di Europa che avremo.
Fonte: Agi
Hanno salvato il figlio recandosi in Turchia
Nonostante la legge 40, che nel 2004 ha vietato la diagnosi genetica preimpianto, la madre ed il padre di Carlo (è un nome di fantasia, ndr) sono riusciti a dar vita a un altro bambino che non avesse la sua stessa rarissima malattia e usarne il cordone ombelicale per ricavare cellule staminali per fargli il trapianto di midollo. «Viviamo vicino Reggio Emilia. Nostro figlio è nato - spiega - con l’anemia di Diamond-Blackfan, rarissima malattia genetica per cui il midollo osseo non produce globuli rossi. Visto che il trapianto di midollo non era possibile, perché non era stato trovato un donatore compatibile, neanche in famiglia, abbiamo deciso di procedere con le trasfusioni, pur sapendo che la situazione sarebbe comunque peggiorata». Questo finchè un giorno C. non sente per radio di una coppia inglese, in una situazione simile, che ha dato alla luce un altro figlio per salvare il fratello malato. Così lui e sua moglie iniziano tutta la procedura a Bologna, «ma a metà del ciclo viene approvata la legge 40 in Italia - aggiunge - e quindi il medico interrompe tutto». I due non si arrendono, e si rivolgono prima a una clinica di Istanbul, dove tutti e tre i cicli falliscono. Poi provano a Bruxelles, con altri due cicli, e poi di nuovo a Istanbul con altri due. L’ultimo ha finalmente successo, e così nasce Francesca. «Il suo cordone ombelicale è stato congelato - continua il padre - per ricavare staminali. Sei mesi dopo le è stato espiantato un poco di midollo, per integrarlo alle cellule del cordone, dopo di che si è fatto il trapianto a mio figlio, che oggi sta bene».
Le staminali del midollo osseo per la rigenerazione del fegato
Trattati con successo, al Sant'Orsola di Bologna, i due primi pazienti con cellule staminali del midollo osseo per rigenerare il fegato malato. Da alcuni anni, il Prof. Roberto M. Lemoli dell'Istituto di Ematologia "L. e A. Seragnoli" (diretto dal Prof. Michele Baccarani) ed il Prof. Pietro Andreone dell'U.O. di Medicina Interna (diretta dal Prof. Mauro Bernardi) hanno avviato una serie di studi per approfondire il ruolo delle cellule staminali midollari nella rigenerazione epatica nei pazienti con patologia cronica di fegato. Da queste sperimentazioni, e dopo autorizzazione del Ministero della Salute, e' nato il primo studio pilota in Italia attualmente in corso presso il Policlinico S.Orsola-Malpighi. I due pazienti, sottoposti alla reinfusione delle cellule staminali con cirrosi epatica in stadio avanzato, sono stati gia' dimessi dall' ospedale senza complicanze legate alla procedura: per un terzo paziente, per il quale sono state raccolte le cellule staminali dal sangue, la reinfusione e' prevista per fine luglio. Nei prossimi mesi sara' possibile, informa l'ospedale, dare un giudizio sulle potenzialita' della terapia con cellule staminali, speranza concreta per la cura di una patologia ,la cirrosi epatica, che rappresenta una delle principali cause di morte nei giovani adulti dei Paesi occidentali. Il progetto di ricerca - finanziato dalla Regione Emilia Romagna in accordo con l'Universita' degli Studi di Bologna - prevede di sottoporre pazienti affetti da cirrosi con insufficienza epatica di grado avanzato, in lista d'attesa per trapianto di fegato, alla reinfusione intraepatica di cellule staminali midollari.
Fonte: AGI
Diabete: speranza da trapianto di cellule staminali prese dal midollo
I malati di diabete di tipo 1 potrebbero riuscire a rinunciare alle inizioni di insulina grazie al trapianto di cellule staminali. Lo ha detto il dottor Richard Burt della scuola di medicina Feinberg (Northwestern University di Chicago). Le persone affette da diabete-mellito di tipo 1 insulino-dipendente dopo essere state sottoposte al trapianto di cellule staminali prelevate dal proprio midollo osseo riescono a fare a meno delle
Una nuova tecnica promette di individuare i tumori con 5 anni di anticipo
Quong e Lee Gum hanno rispettivamente 19 e 21 anni e studiano alla Nottingham University «Perché il futuro è qui», giurano. Niente grande Cina, niente India, niente California, ma il Campus elegante che corre sui 35 ettari del parco di Highfield. La Scoperta, come la chiama Lee, è cominciata quando lui aveva sei anni e il professor John Robertson, esperto di tumori al seno decise, in collaborazione con dei colleghi dell’Università del Kansas, che voleva capire il momento in cui nei fumatori comincia a svilupparsi il cancro. Era il 1996 e la corsa finirà la prossima settimana. Ci hanno lavorato in 50, 25 americani e 25 inglesi. Robertson, a Chicago, alla riunione annuale della Società di Oncologia Clinica dirà più o meno così: basterà un test del sangue per scoprire l’insorgenza del cancro con cinque anni di anticipo, cioè nel momento stesso in cui le cellule si mettono in moto per dare vita al tumore e il sistema immunitario reagisce moltiplicando gli anticorpi, un segnale che prima gli scienziati non erano in grado di leggere. Il test che consentirà di prevedere il 90% dei tumori solidi. Rivoluzione vera. Candidandosi virtualmente a vincere il terzo Nobel dell’Università di Nottingham, John Robertson, già negli Stati Uniti, affida il compito di spiegare il suo mondo a due suoi collaboratori, il professor Herb Sewell e la dottoressa Andrea Murray. Donazioni, finanziatori privati, industrie che chiedono la collaborazione per la ricerca e molto denaro pubblico. «Niente arriva a caso. Il 90% della nostra ricerca è frutto di collaborazioni internazionali e il 60% di questi lavori è all’avanguardia nel mondo - dichiara Robertson -. Ci sono test fatti apposta per valutare la nostra efficienza. Se non arrivano i risultati non arrivano i soldi, fortunatamente non è il nostro caso». Trentanovemila studenti sparsi tra l’Inghilterra, la Cina e la Malesia e il 26% di quelli che risiedono a Nottingham, 32 mila cioè, vengono da 150 paesi.
Fonte: La Stampa
Fonte: La Stampa
Nuove terapie contro la sclerosi multipla
Partiranno una sperimentazione clinica in Emilia Romagna e uno studio epidemiologico in tutta Italia per raccogliere dati sull’efficacia di una nuova terapia per la sclerosi multipla basata sull’esistenza di un legame tra la malattia e l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (Ccsvi). La prima partirà in autunno, mentre lo studio epidemiologico è previsto a partire dal primo settembre. È quanto è emerso a Roma, nel convegno organizzato
La II Giornata Mondiale della sclerosi multipla
Per celebrare il II World MS Day, la seconda Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, sessanta Paesi saranno coinvolti in un unico movimento globale per fermare la sclerosi multipla: centinaia le iniziative e le manifestazioni che verranno organizzate contemporaneamente in tutto il mondo. L`obiettivo è far conoscere meglio la malattia, che solo in Italia colpisce 60 mila persone, per un totale di 2,5 milioni in tutto il
Sclerosi multipla, entro l'anno primi test sull'uomo
Al via la prima sperimentazione sull'uomo di una terapia basata sulle cellule staminali per la cura della sclerosi multipla. E' il primo studio del genere al mondo, parte dall'Italia, coinvolge una ventina di Paesi e utilizza le cellule staminali del midollo (mesenchimali). L'annuncio è arrivato oggi a Roma, nella Giornata mondiale sulla sclerosi multipla. La prima sperimentazione clinica con le staminali è coordinata per l'Europa da Antonio
La prima cellula sintetica per un vita artificiale
Autore della prima mappa del Dna umano e del primo cromosoma sintetico, Craig Venter è ormai a un passo dal traguardo. "Abbiamo progettato, sintetizzato e assemblato" cellule "capaci di autoreplicarsi": così annuncia su Science la costruzione della prima cellula batterica artificiale il gruppo americano che fa capo a Venter, il genetista dei primati nella lunga corsa alla realizzazione della vita artificiale. "Pensiamo che sia davvero un risultato importante, sia dal punto di vista scientifico sia da quello filosofico. Di sicuro ha cambiato il punto di vista sulla definizione della vita", ha detto Venter. Il punto di arrivo sarà molto probabilmente una forma vivente interamente costruita in laboratorio e programmata per una funzione precisa. "La cellula artificiale - ha detto ancora Venter - è uno strumento davvero potente per progettare tutto quello che vogliamo far fare alla biologia. Abbiamo in mente un grandissimo numero di possibili applicazioni". Tra le prime, potrebbero esserci i batteri salva-ambiente dei quali Venter parla da anni, da utilizzare come fabbriche viventi di biocarburanti o per liberare acque e terreni da sostanze inquinanti, o alghe che assorbono anidride carbonica come spugne, o ancora batteri che producono vaccini. La prima cellula sintetica, chiamata Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0, è stata costruita nel Craig Venter Institute di Rockville dal gruppo coordinato da Daniel Gibson. La cellula in sé è naturale, ma è completamente controllata da un Dna artificiale. Ottenerla è stato un lavoro ai limiti della fantascienza, ma anche un'opera di bricolage che ancora una volta ha utilizzato i batteri da sempre protagonisti delle ricerche di Venter sulla vita artificiale: il Mycoplasma mycoides e il Mycoplasma capricolum.
Fonte: Ansa
Fonte: Ansa
Festa della mamma con l'azalea dell'Airc
La festa della mamma è alle porte. Domenica prossima, 9 Maggio sarà per molti italiani e non solo il giorno più tenero dell'anno, tutto dedicato alla persona più cara al mondo. Per celebrare degnamente l’importante ricorrenza sono tanti gli eventi in programma. Anche quest’anno torna l’appuntamento con l’Azalea della
Leucemia: il trapianto aploidentico diventa possibile, alto successo
Viene dal midollo osseo dei genitori la salvezza dei bambini colpiti da leucemia acuta che non possono essere curati con la chemioterapia e che non trovano un donatore compatibile. Per loro finora non c'era più niente da fare. Il trapianto da genitori era, se non impossibile, tanto difficile da essere chiamato "il trapianto della disperazione". Grazie a uno studio tutto italiano realizzato dal Gaslini di Genova e dal S. Matteo di Pavia, il trapianto da genitori è diventato
Il trapianto incompatibile
Il trapianto di midollo osseo (o più modernamente di cellule emopoietiche staminali) consente di guarire molti pazienti affetti da malattie maligne del sangue (leucemie acute, leucemia mieloide cronica, linfomi maligni, mieloma multiplo), aplasia midollare e numerosi difetti congeniti tra cui la talassemia, meglio nota come anemia mediterranea. L’organo da trapiantare è quindi rappresentato dalle cellule
Convegno Adisco e staminali per riparare le cellule celebrali
Potrebbe essere presto possibile riparare i tessuti cerebrali danneggiati grazie alle cellule staminali e all'utilizzo di materiali biologici per la crescita neuronale: è quanto pubblica il quotidiano britannico The Independent. Le ricerche hanno infatti dimostrato che all'interno del cervello si trovano cellule staminali inattive e una possibilità consiste appunto nella loro riattivazione, come accade in alcune specie di pesci e salamandre nelle quali le cellule nervose sono in grado di rigenerarsi come gli altri tessuti. Il materiale biologico servirebbe invece sia da struttura per le nuove cellule nervose che per la secrezione di ormoni della crescita in grado di stimolare la formazione di nuovi neutroni al posto di quelli danneggiati. In Italia aumenta la raccolta di sangue da cordone ombelicale, ma solo una unita' su tre finisce in banca. E' quanto emerge dal convegno svoltosi a Roma della Adisco, Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale. Nel corso del 2009, a fronte di un numero complessivo di 16.207 unita' di sangue cordonale donate in modo solidaristico attraverso i 105 punti nascita (piu' 15 centri abilitati in un anno) sono state messe in banca 4.376 unita' che rappresentano il 27% del prelevato. Il totale del bancato in Italia a scopo solidaristico a oggi e' pari a 28.464 unita' che compongono il network italiano tra i primi posti in Europa; solo Belgio, UK e Spagna superano le 20mila unita'. Dal 1993 nel mondo esistono cinquanta banche distribuite in 27 Paesi con una disponibilita' globale di 450.000 unita' di sangue cordonale che ha reso possibile a oggi, in circa vent'anni di esperienza, il trapianto di staminali da sangue cordonale in 20.000 casi, per curare un numero crescente di patologia in massima parte riferibili al settore ematologico e immunitario. 'Aumenta il numero di unita' bancate e anche la loro qualita'. Posso dire che il sistema delle biobanche funziona'. Ne e' convinta il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, che si dice soddisfatta degli ultimi dati sulla raccolta. A margine del convegno Roccella sottolinea infatti che il nostro paese ha 'una buona rete di biobanche e in numero anche sufficiente, oltre ad un ottimo livello scientifico di controllo e di governance'.
Fonti: Apcom | Aduc
Terapia con staminali per intrappolare il virus dell'immunodeficienza umana
Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), è il virus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). In base alle conoscenze attuali, HIV è suddiviso in due ceppi: HIV-1 ed HIV-2. Il primo dei due è prevalentemente localizzato in Europa, America ed Africa centrale. HIV-2, invece, si trova per lo più in Africa occidentale ed Asia e determina una sindrome clinicamente più moderata rispetto al ceppo precedente. Attraverso uno sforzo di ricerca fino ad ora mai visto, gli scienziati hanno scoperto la causa dell'AIDS e i meccanismi biomedici della malattia in un periodo di tempo incredibilmente breve. In meno di vent'anni dal primo caso di AIDS conclamato negli Stati Uniti, sono stati scoperti nuovi farmaci efficaci. A parte questo, l'infezione da HIV non ha cura, ma grazie a questi moderni farmaci si è trasformata in malattia cronica piuttosto che in una causa di morte inevitabile - per lo meno nei paesi sviluppati dove questi farmaci sono alla portata della maggior parte delle persone che ne hanno bisogno. Per impedire per quanto possibile che l'HIV sviluppi una resistenza ai farmaci, molti di essi si assumono simultaneamente. Questo tipo di trattamento si chiama terapia di combinazione antiretrovirale. E ad una trappola ''adesiva'' per il virus dell'Hiv. Ci stanno lavorando i ricercatori guidati dal virologo olandese Ben Berkhout che ha presentato al meeting della Society for General Microbiology in corso ad Edimburgo (Scozia) una innovativa terapia che utilizza le cellule staminali per combattere l'Aids. Il trattamento consiste nel prelievo di staminali dal midollo osseo del paziente, poi purificate e modificate con l'introduzione di segmenti di Dna attivi contro la replicazione del virus. Il ''nuovo'' Dna e' in grado di produrre ''sosia'' dei geni antivirali che attirano e intrappolano il virus prima che possa saltare in un'altra cellula, infettandola. Questa tecnica, la cui sperimentazione non iniziera' prima dei prossimi 3 anni, potrebbe essere una valida alternativa per i pazienti che non rispondono piu' alle terapie a base di farmaci antiretrovirali, al momento l'arma piu' efficace per tenere sotto controllo l'Aids.
Le cellule emopoietiche: che cosa sono e a che cosa servono
Le cellule staminali emopoietiche sono cellule in grado di autoriprodursi e di dare vita ad altre linee cellulari dalle quali, in seguito ad un processo maturativo e differenziativo, derivano tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le cellule emopoietiche sono localizzate principalmente nel midollo osseo, ma è possibile reperirle anche nel sangue circolante, in seguito a regimi di mobilizzazione. Esse sono presenti
Staminali all'attacco di Sclerosi e Parkinson
Ai pazienti che mi chiedono quali siano le potenzialità e gli utilizzi delle cellule staminali rispondo paragonandole a un atleta promettente, che deve diventare un campione». A parlare è Adriano Chiò, direttore del «Centro regionale esperto per la Sla» del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino e collaboratore del nuovo laboratorio di «Cell Therapy» realizzato nel Molecular Biotechnology Center di Torino. Il Laboratorio di «Cell
Da italiani tecnica per creare protesi dentarie
Un gruppo di scienziati italiani della Seconda Universita' di Napoli ha sperimentato una tecnica per creare protesi dentarie umane, per uso autologo, ottenute dalle cellule staminali della polpa dentale, ricavate dal paziente stesso, per la rigenerazione ossea. La sperimentazione clinica nell'uomo, condotto dal gruppo di ricerca guidato da Gianpaolo Papaccio e' consistita nell'estrazione e espansione delle cellule staminali da polpa dentale dei terzi molari (denti del giudizio) di 17 pazienti che ne hanno richiesto la rimozione. Le cellule sono state poi seminate su un ponteggio di spugna di collagene. Il bio-complesso risultante e' stato utilizzato per popolare il sito della ferita lasciata dal dente rimosso. La valutazione ai raggi X, tre mesi dopo il trapianto, ha confermato che l'osso alveolare dei pazienti aveva una riparazione verticale ottimale e un completo restauro dei tessuti per i secondi molari. Secondo il team di ricercatori, questa procedura, pubblicata su Cells and Materials, rappresenta un nuovo strumento per l'ingegneria del tessuto osseo. ''E' la prima volta che la ricerca sulle cellule staminali dalla polpa dentale - ha detto Papaccio - si sposta dal laboratorio a test clinici sull'uomo. L'uso di queste cellule ha facilitato il trapianto, eliminando complicazioni immunologiche come rigetto o infiammazione, proprio perche' le cellule sono estratte dal paziente stesso''.
Fonte: Ansa
Fonte: Ansa
Convegno: La qualità della ricerca per la qualità della vita
Anche quest'anno, la Faip ha voluto porre in primo piano tra i temi che caratterizzeranno la Campagna "Si alzi chi può", le prospettive offerte dai recenti percorsi di ricerca sulle lesioni al midollo spinale, e le aspettative che moltissime persone paraplegiche e tetraplegiche stanno sempre più rivolgendo nei confronti di queste nuove, possibili terapie. Momento centrale per ribadire l'attenzione sulle questioni
Che cos'è la neurofibromatosi, un milione e mezzo di casi nel mondo
La neurofibromatosi è una malattia genetica multisistemica che colpisce indistintamente uomini e donne di ogni gruppo etnico. La malattia, 20mila casi in Italia e un milione e mezzo nel mondo, colpisce un bambino ogni 3 mila nati. Nella metà dei casi è ereditaria, nell’altra metà compare spontaneamente. Conosciuta anche come morbo di Von Recklinghausen, si manifesta in molte forme e si evolve in modi diversi nei singoli soggetti: può sviluppare tumori al cervello o epilessia, ritardo mentale, scoliosi, ipertensione; può dare problemi alle ossa che, se si rompono, non si saldano più. Ci sono diverse tipologie di neurofibromatosi, quelle più conosciute sono la Nf1 e la Nf2. Il primo caso si riconosce per le caratteristiche macchie color caffelatte, ma si manifesta poi con un complesso quadro clinico che oltre a cute e sistema nervoso può coinvolgere gli occhi, lo scheletro, le ghiandole endocrine e il sistema circolatorio. La Nf2 invece, più rara ma più grave, si manifesta generalmente intorno a i 18 anni e causa prevalentemente problemi neurologici, in particolare il neurinoma del nervo acustico, che deve essere asportato causando la sordità nella maggior parte dei pazienti. I neurofibromi compaiono poi su tutto il corpo, sopra e sotto la pelle, a volte anche sul viso. Possono assumere dimensioni considerevoli e in alcuni casi sono asportabili (anche se mai completamente), in altri casi no. Le aspettative di vita per quest’ultima tipologia di pazienti non vanno oltre i 40 anni, di media.
Via: Corriere della Sera
Staminali anti-invecchiamento per future terapie rigenerative
Come tutte le altre cellule anche quelle staminali, invecchiando, perdono le loro funzioni. Alcune università di oltreoceano (Ontario Cancer Institute, Burnham Institute for Medical Research e The Scripps Research Institute) e centri di ricerca privati (Biotime, Mandala Biosciences e Sierra Sciences) hanno ringiovanito per la prima volta cellule umane. Il segreto è in un cocktail di geni che, secondo gli esperti, potrebbe portare a future
Il virus dell'Aids si nasconde anche nelle staminali del sangue
E' stato scoperto un nuovo nascondiglio del virus dell'Aids: l'Hiv riesce ad annidarsi nelle cellule progenitrici del sangue, nelle quali può restare latente e indisturbato per anni. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Medicine, è del gruppo statunitense diretto da Kathleen Collins, dell'Università del Michigan. La caccia ai «nascondigli segreti» nei quali il virus si rifugia è in corso ormai da molti anni e, nel tempo, ha preso di mira ancora le cellule di polmoni, midollo, pelle, intestino, milza, cervello e sangue periferico. Anche le cellule progenitrici del sistema immunitario sono state individuate recentemente come probabili rifugi del virus Hiv.
Si tratta d'una scoperta importantissima. Riuscire infatti ad identificare questi «luoghi» potrà avere ripercussioni molto importanti sullo sviluppo di nuove strategie per combattere l'infezione ed eradicare il virus dell'Aids dall'organismo. Attualmente, infatti, non si può parlare di cura per l'Aids. La terapia antiretrovirale (Haart) è molto efficace, ma non riesce ad eliminare completamente il virus.
"In alcune cellule progenitrici del sangue - scrivono i ricercatori - abbiamo individuato un'infezione latente che si stabilisce in modo persistente in colture cellulari". Secondo gli studiosi, "queste scoperte potrebbero avere importanti implicazioni per comprendere il meccanismo con cui il virus Hiv causa infezioni persistenti". E' un'opportunità dunque per scoprire una possibile cura.
Fonte: Tiscali
Si tratta d'una scoperta importantissima. Riuscire infatti ad identificare questi «luoghi» potrà avere ripercussioni molto importanti sullo sviluppo di nuove strategie per combattere l'infezione ed eradicare il virus dell'Aids dall'organismo. Attualmente, infatti, non si può parlare di cura per l'Aids. La terapia antiretrovirale (Haart) è molto efficace, ma non riesce ad eliminare completamente il virus.
"In alcune cellule progenitrici del sangue - scrivono i ricercatori - abbiamo individuato un'infezione latente che si stabilisce in modo persistente in colture cellulari". Secondo gli studiosi, "queste scoperte potrebbero avere importanti implicazioni per comprendere il meccanismo con cui il virus Hiv causa infezioni persistenti". E' un'opportunità dunque per scoprire una possibile cura.
Fonte: Tiscali
La CCSVI per prevenire la Sclerosi Multipla
La causa o meglio le cause della Sclerosi Multipla sono ancora in parte sconosciute, tuttavia la ricerca ha fatto grandi passi avanti per chiarire il modo con cui la malattia agisce e quindi rendere possibile una diagnosi e un trattamento precoce per permettere alle persone con SM di mantenere una buona qualità di vita. Identificare il fattore o l’evento scatenante che innesca il primo episodio di malattia
Le cellule del cordone ombelicale per vincere contro la leucemia
Una speranza per la cura della leucemia viene da uno studio americano, che ha identificato nelle cellule immunitarie NK fatte crescere dal sangue del cordone ombelicale una possibile via di cura. Le cellule immunitarie NK (natural killer) sono state prelevate dal sangue del cordone ombelicale da un team della University of Texas , diretto dal Dr. Patrick Zweidler-McKay, e sono state fatte moltiplicare in laboratorio. Poi queste
Iscriviti a:
Post (Atom)