La causa o meglio le cause della Sclerosi Multipla sono ancora in parte sconosciute, tuttavia la ricerca ha fatto grandi passi avanti per chiarire il modo con cui la malattia agisce e quindi rendere possibile una diagnosi e un trattamento precoce per permettere alle persone con SM di mantenere una buona qualità di vita. Identificare il fattore o l’evento scatenante che innesca il primo episodio di malattia
e comprendere se esistono dei fattori di rischio che, al di là della genetica, predispongano allo sviluppo della SM sono tra gli obiettivi della ricerca scientifica, fondamentali per individuare nuovi approcci terapeutici e intervenire anche a livello di prevenzione. Gli esperti sottolineano che "non si possono e non si vogliono creare illusioni", ma una recente scoperta medica sembra aprire una strada alla speranza di combattere la sclerosi multipla, o almeno di avere un'arma in più. Il Prof Zamboni, Direttore del Centro delle Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, ha scoperto una malattia vascolare denominata CCSVI che è presente in un numero rilevante di persone che soffrono di sclerosi multipla (un’associazione almeno del 90%). Un dato veramente significativo e ora le ricerche cercano di indagare i possibili legami tra questa malattia e la sclerosi multipla. L’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI) descrive un’anomalia del flusso di sangue in cui il sistema venoso non è in grado di rimuovere efficacemente il sangue dal sistema nervoso centrale con conseguente aumento della pressione delle vene del cervello e del midollo spinale, tale condizione sarebbe causa a sua volta di lesioni in queste aree. Sulla CCSVI si può intervenire con buoni risultati con un piccolo intervento chirurgico in day hospital. Attraverso una puntura endovenosa viene fatto navigare un catetere guidato da un radiologo nelle vene del paziente. Quando si raggiungono le vene bloccate il catetere gonfiando un palloncino permette di dilatare i restringimenti. A volte sono necessarie anche 2 sedute distanziate di mesi. La speranza è che il miglioramento della funzione di drenaggio venoso cerebrale, cioè il trattamento curativo della CCSVI, possa contribuire a migliorare lo stato dei pazienti affetti da sclerosi. La CCSVI si può diagnosticare con un esame non invasivo denominato ecoDoppler che si differenzia da quelli comunemente eseguiti per la necessità di una poltrona mobile e per la presenza di sonde e software dedicate. Come sempre l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla raccomanda alle persone con SM di seguire le terapie ufficiali che per ciascuno di loro si sono già dimostrate efficaci e di consultare il loro medico di fiducia per scegliere il miglior percorso terapeutico.
Fonti: Ass.Sclerosi Multipla | SMuovi la vita
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