Partiranno una sperimentazione clinica in Emilia Romagna e uno studio epidemiologico in tutta Italia per raccogliere dati sull’efficacia di una nuova terapia per la sclerosi multipla basata sull’esistenza di un legame tra la malattia e l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (Ccsvi). La prima partirà in autunno, mentre lo studio epidemiologico è previsto a partire dal primo settembre. È quanto è emerso a Roma, nel convegno organizzato
dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) in occasione della Giornata mondiale sulla malattia. Il dott. Paolo Zamboni dell’ospedale di Ferrara dichiara di voler alleviare i sintomi della malattia, cercando di riportare i vasi sanguigni alle dimensioni originarie con un intervento di angioplastica. Secondo Zamboni a causa del restringimento dei vasi sanguigni, il drenaggio del sangue dal cervello diventerebbe troppo lento e ciò causerebbe gli accumuli anomali di ferro caratteristici della malattia. «A giugno sarà definito il protocollo per poter avviare la sperimentazione in Emilia Romagna, quindi il protocollo dovrà essere sottoposto ai comitati etici. Tra alcuni mesi - ha detto Zamboni - si vedrà se la stessa sperimentazione potrà essere condotta in altri centri». Passi da gigante per la Sanità italiana, infatti questo studio fu pubblicato solo qualche mese fa, nel dicembre 2009. Lo studio è stato finanziato da Emilia Romagna e da Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism) per un costo di circa 900.000 euro. I volontari che parteciperanno ai test saranno 150 in tutto il mondo, di cui solo 20-30 in Italia. Questi sono persone che si trovano in uno stadio non avanzato della malattia ma che non hanno ottenuto nessun miglioramento da altre tecniche terapeutiche.
dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) in occasione della Giornata mondiale sulla malattia. Il dott. Paolo Zamboni dell’ospedale di Ferrara dichiara di voler alleviare i sintomi della malattia, cercando di riportare i vasi sanguigni alle dimensioni originarie con un intervento di angioplastica. Secondo Zamboni a causa del restringimento dei vasi sanguigni, il drenaggio del sangue dal cervello diventerebbe troppo lento e ciò causerebbe gli accumuli anomali di ferro caratteristici della malattia. «A giugno sarà definito il protocollo per poter avviare la sperimentazione in Emilia Romagna, quindi il protocollo dovrà essere sottoposto ai comitati etici. Tra alcuni mesi - ha detto Zamboni - si vedrà se la stessa sperimentazione potrà essere condotta in altri centri». Passi da gigante per la Sanità italiana, infatti questo studio fu pubblicato solo qualche mese fa, nel dicembre 2009. Lo studio è stato finanziato da Emilia Romagna e da Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism) per un costo di circa 900.000 euro. I volontari che parteciperanno ai test saranno 150 in tutto il mondo, di cui solo 20-30 in Italia. Questi sono persone che si trovano in uno stadio non avanzato della malattia ma che non hanno ottenuto nessun miglioramento da altre tecniche terapeutiche.
Fonte: La Stampa
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