La capacità delle cellule staminali di trasformarsi in ogni altro tipo di cellula del corpo è una caratteristica che viene definita come “pluripotenza”. Ciò che rende così interessanti le cellule staminali dal punto di vista terapeutico è proprio la pluripotenza. Quando un embrione ha pochi giorni di vita, le cellule staminali cominciano a differenziarsi in particolari tipi di tessuti e perdono definitivamente la pluripotenza. Ma se le staminali
vengono estratte, i ricercatori possono mantenerle nello stato pluripotente a tempo infinito, conservandole per usi futuri. Nel lontano 2005 un gruppo di ricercatori del Whitehead Institute for Biomedical Research di Boston, lavorando su cellule staminali embrionali umane, aveva scoperto il processo responsabile della proprietà più affascinante di queste cellule: la loro capacità di trasformarsi in ogni altro tipo di cellula del corpo. “È proprio la pluripotenza a rendere le staminali così interessanti dal punto di vista terapeutico”, commentava Richard Young, principale autore dello studio pubblicato online sulla rivista “Cell”. Young e colleghi studiarono tre proteine essenziali per le cellule staminali. Si trattò di tre “fattori di trascrizione”, Oct4, Sox2 e Nanog, il cui compito è quello di regolare l’espressione genica e mantenere l’identità delle staminali. Se vengono disattivate, la cellula comincia immediatamente a differenziarsi. Usando la tecnologia delle microarray, gli scienziati analizzarono l’intero genoma di una cellula staminale embrionale umana e identificarono i geni regolati dai tre fattori di trascrizione.
Fonte: L'Espresso
Nessun commento:
Posta un commento