Nonostante la legge 40, che nel 2004 ha vietato la diagnosi genetica preimpianto, la madre ed il padre di Carlo (è un nome di fantasia, ndr) sono riusciti a dar vita a un altro bambino che non avesse la sua stessa rarissima malattia e usarne il cordone ombelicale per ricavare cellule staminali per fargli il trapianto di midollo. «Viviamo vicino Reggio Emilia. Nostro figlio è nato - spiega - con l’anemia di Diamond-Blackfan, rarissima malattia genetica per cui il midollo osseo non produce globuli rossi. Visto che il trapianto di midollo non era possibile, perché non era stato trovato un donatore compatibile, neanche in famiglia, abbiamo deciso di procedere con le trasfusioni, pur sapendo che la situazione sarebbe comunque peggiorata». Questo finchè un giorno C. non sente per radio di una coppia inglese, in una situazione simile, che ha dato alla luce un altro figlio per salvare il fratello malato. Così lui e sua moglie iniziano tutta la procedura a Bologna, «ma a metà del ciclo viene approvata la legge 40 in Italia - aggiunge - e quindi il medico interrompe tutto». I due non si arrendono, e si rivolgono prima a una clinica di Istanbul, dove tutti e tre i cicli falliscono. Poi provano a Bruxelles, con altri due cicli, e poi di nuovo a Istanbul con altri due. L’ultimo ha finalmente successo, e così nasce Francesca. «Il suo cordone ombelicale è stato congelato - continua il padre - per ricavare staminali. Sei mesi dopo le è stato espiantato un poco di midollo, per integrarlo alle cellule del cordone, dopo di che si è fatto il trapianto a mio figlio, che oggi sta bene».
Nessun commento:
Posta un commento