Una nuova tecnica, chiamata , ha permesso ad alcuni ricercatori dell'Università del Minnesota di ricreare un cuore. Hanno fatto passare una sostanza chimica detergente, l’Sds (sodio dodecil fosfato) nel cuore di cadavere di ratto. Questa sostanza causa la denaturazione delle proteine ed è usata in laboratorio anche per produrre valvole cardiache porcine per uso umano. Dodici ore dopo non c’erano più cellule del donatore, era
rimasta solo la struttura, cioè la matrice extracellulare, pronta per essere colonizzata con le cellule del ricevente. Il procedimento è ancora esclusivamente sperimentale e ci vorranno anni perché possa essere trasferito all’uomo. Il trattamento delle patologie degenerative che vedono la compromissione definitiva di un organo, prevede il trapianto. Purtroppo la scarsa disponibilità degli organi provoca un notevole aumento del tasso di morbilità e mortalità. Ogni anno negli Stati Uniti muoiono circa 27000 individui per patologie epatiche, 120000 per compromissioni polmonari, 112000 per disfunzioni renali e 425000 per patologie cardiache. A seguito del trapianto esistono inoltre problemi legati al rischio di insorgenza di una forma di rigetto, con conseguente danneggiamento dell’organo, e maggiore probabilità di insorgenza di neoplasie provocata dalla terapia immunosoppressiva. È in questo contesto che ha acquisito maggior credito il tentativo da parte dell’ingegneria dei tessuti di rigenerare in vitro interi organi da impiantare poi nel paziente.
rimasta solo la struttura, cioè la matrice extracellulare, pronta per essere colonizzata con le cellule del ricevente. Il procedimento è ancora esclusivamente sperimentale e ci vorranno anni perché possa essere trasferito all’uomo. Il trattamento delle patologie degenerative che vedono la compromissione definitiva di un organo, prevede il trapianto. Purtroppo la scarsa disponibilità degli organi provoca un notevole aumento del tasso di morbilità e mortalità. Ogni anno negli Stati Uniti muoiono circa 27000 individui per patologie epatiche, 120000 per compromissioni polmonari, 112000 per disfunzioni renali e 425000 per patologie cardiache. A seguito del trapianto esistono inoltre problemi legati al rischio di insorgenza di una forma di rigetto, con conseguente danneggiamento dell’organo, e maggiore probabilità di insorgenza di neoplasie provocata dalla terapia immunosoppressiva. È in questo contesto che ha acquisito maggior credito il tentativo da parte dell’ingegneria dei tessuti di rigenerare in vitro interi organi da impiantare poi nel paziente.
Via: Focus
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