Le banche che conservano le cellule staminali dei cordoni ombelicali celano spesso un’autentica frode e i dottori che girano il mondo offrendo miracolose terapie a peso d’oro, in realtà, ingannano i genitori che si trovano in situazione disperate: la dura denuncia viene da Irving Weissman, un’autorità nella medicina rigenerativa in America, ed appare destinata a innescare un terremoto nella comunità scientifica. Weissman ricopre l’incarico di direttore
dell’Istituto di biologia delle cellule staminali e di medicina rigenerativa all’Università di Stanford, California, ed ha scelto di pronunciare il proprio atto d’accusa in occasione dello svolgimento dell’incontro annuale dell’Associazione americana per l’avanzamento della scienza (Aaas) in corso a San Diego. A innescare la decisione del docente di Stanford, che nel 2002 ha ottenuto il titolo di scienziato dell’anno in California, di uscire allo scoperto è stato il fatto di aver appurato l’esistenza di un malcostume dilagante: «In alcune occasioni questi terapisti arrivano a chiedere cifre fra 50 mila e 150 mila dollari», promettendo soluzioni tanto miracolose quanto impossibili sulla base dello sfruttamento delle staminali contenute nei cordoni ombelicali. Il danno è duplice, perché, se da un lato creano illusioni infondate in chi si trova in situazioni disperate, dall’altro privano le famiglie bisognose di fondi necessari per continuare altre cure. La tesi di Weissman è la seguente: «I cordoni ombelicali contengono cellule staminali in grado di formare il sangue come avviene in un bambino molto piccolo» e dunque hanno solo «una limitata capacità di creare ossa e grasso», che non include la possibilità di creare «cervello, sangue, cuore e muscoli dello scheletro». L’efficacia delle «banche dei cordini ombelicali» sarebbe dunque assai minore rispetto a quanto viene in genere affermato, garantendo la possibilità di cure future solo nei confronti di un ristretto gruppo di malattie. Un altro filone di questi «inganni clinici» ha a che vedere con la constatazione che «in nazioni con leggi carenti», come il caso della Thailandia, queste «banche delle staminali» chiedono ai genitori di fare depositi di circa 3600 dollari «come se fosse una sorta di assicurazione sanitaria sulla salute dei figli negli anni a venire», mentre in realtà la scienza al momento non garantisce nulla di tutto ciò. L’intento di Weissman sembra essere quello di porre un freno al proliferare delle «banche» ed anche di lanciare un monito a quei medici che, in patria o all’estero, se ne fanno promotori, sollecitando speranze destinate in molti casi a restare inappagate.
Fonte: La Stampa
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