Usa, primo paziente trattato con cellule staminali embrionali: terapia

Cominciano i primi trattamenti con le cellule staminali embrionali negli Stati Uniti. Il primo paziente, semi paralizzato a causa di una lesione al midollo spinale, ha ricevuto un’iniezione di milioni di cellule staminali nel punto del midollo danneggiato. La terapia, ancora in fase sperimentale, è stata effettuata con l’autorizzazione della Food and Drug Administration, allo Shepard Center di Atlanta, un ospedale specializzato nel
trattamento di lesioni cerebrali e del midollo spinale. L’inizio della terapia è stato annunciato oggi dai portavoce di Geron Corp, la società biofarmaceutica con sede in California che sta finanziando gli studi. Oltre allo Sheperd Center, partecipano altri 6 ospedali alle sperimentazioni. L’obiettivo è stabilire l’efficacia e la sicurezza della terapia sui pazienti. Per la ricerca scientifica questo è uno storico punto di svolta. L'annuncio è di quelli che andrebbero definiti storici. Le staminali sono il futuro della scienza: le cellule che "a comando" possono svilupparsi in meccanismi riparatrici multiuso. Oggi la spina dorsale. Domani il Parkinson e l'Alzheimer, il diabete e le malattie del cuore. Le terapie con le cellule staminali embrionali sono considerate da molti esperti il futuro della medicina, ma sono anche origine di forti controversie etiche. L'utilizzo delle staminali embrionali prevede appunto la distruzione di embrioni: cioè di potenziali vite umane. La Geron è una società privata fondata da Thomas Orkama che oggi esulta per la cura con il GRNOPC1, il nome tecnico del prodotto. Il Paziente Zero, così denominato, è stato sottoposto al bombardamento di milioni di cellule iniettate nel punto della lesione e programmate per trasformarsi negli "oligodendrociti" responsabili della trasmissione dei segnali tra i neuroni. L'obiettivo è la formazione di nuova "mielina": cioè la guaina che permette ai neuroni di far viaggiare le informazioni. Gli esperimenti condotti sui topi hanno dimostrato che se iniettate entro sette giorni dall'incidente le cellule hanno "significativamente migliorato" la capacità locomotoria degli animali. Proprio per questo il Paziente Zero è stato selezionato tra quelli che hanno avuto un incidente negli ultimi 14 giorni.

Fonte: La Repubblica Scienze

Nessun commento:

Posta un commento