Malattie cardiache: nuove terapie da un riuscito trial con le staminali

Ricercatori finanziati dall’UE hanno fatto progressi nello sviluppo e la commercializzazione di nuove terapie a base di cellule staminali per curare i pazienti che hanno subito un infarto. L’obiettivo principale del progetto CARE-MI, finanziato dall’UE e concluso a settembre 2015, era di valutare la sicurezza e l’efficacia di AlloCSC-01, una sospensione di cellule staminali cardiache umane allogeniche in pazienti che hanno subito un infarto.
Questa grave malattia si verifica quando il sangue cessa di scorrere verso una parte del cuore, causando danni al muscolo cardiaco. Il progetto CARE-MI ha sviluppato un nuovo approccio per limitare il danno ai tessuti sulla base dell’attivazione dei naturali meccanismi di riparazione del cuore come reazione al danno. Il successo delle sperimentazioni del progetto permetteranno ai ricercatori di fare ulteriori analisi delle cure con cellule staminali e i risultati finali sono previsti per la prima parte del 2017. La speranza è che AlloCSC-01 diventi un approccio nuovo e rivoluzionario per prevenire le malattie cardiache e l’insorgenza di un’insufficienza cardiaca cronica dopo un infarto, migliorando le cure per i pazienti e portando a un nuovo mercato per le terapie a base di cellule staminali. Solo negli USA e in Europa vengono trattati circa 1,5 milioni di infarti l’anno. In totale otto centri clinici di riferimento nel campo della cardiologia hanno partecipato alle sperimentazioni del progetto, coordinati dal prof. Fernández-Avilés dell’Hospital Gregorio Marañón di Madrid, in Spagna, e dal prof. Stefan Janssens della KU Leuven, in Belgio. Serie di cellule allogeniche sono state usate per test pre-clinici e di stabilità e i risultati hanno confermato la loro solidità e bio-equivalenza. Inoltre i test condotti hanno confermato le loro proprietà antinfiammatorie e ipo-immunogeniche oltre alla loro capacità di favorire la guarigione. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.caremiproject.eu/



Fonte: © Unione Europea, CORDIS, www.cordis.europa.eu

Nessun commento:

Posta un commento