Tumore prostata: individuata cellula madre che lo genera

Catturate le sfuggenti "cellule madre" del cancro alla prostata, ovvero le cellule responsabili di questo tumore e dalle quali il cancro ha inizio. Ciò è stato possibile grazie ad un originale esperimento che ha portato anche alla creazione di un tumore umano partendo da cellule sane. Annunciata sulla rivista Science, la scoperta è importante perché queste staminali del cancro potrebbero divenire un risolutivo bersaglio terapeutico e portare all'individuazione di nuovi marcatori per migliorare la diagnosi e mettere a punto test predittivi della gravità della malattia nel singolo paziente. Da quando si è compreso che alla base dei tumori c'é un manipolo di poche cellule staminali 'impazzite' che generano l'intera massa tumorale, è partita una caccia grossa a livello mondiale per l'isolamento delle staminali per ciascuna neoplasia. Le staminali colpevoli, trovate da un team della Università di Los Angeles, si chiamano "cellule basali", ha spiegato Owen Witte, coordinatore dello studio. Si tratta di una scoperta importante, ha commentato il lavoro Ruggero De Maria, Dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, che fa un po' di luce sulle cellule alla base di questo tumore maschile, davvero difficili da isolare in modo certo. Inoltre la procedura con cui è stato ottenuto questo risultato, ha aggiunto De Maria, con un lavoro semplice e pulito, consente anche di mettere a disposizione della comunità scientifica nuove cellule su cui studiare il tumore, non prese dai pazienti ma prodotte direttamente in provetta.

Fonte: http://www.ansa.it/

Rigenerare le ossa grazie alle staminali

Le articolazioni rotte o danneggiate possono essere riparate con le cellule staminali dello stesso organismo, senza iniezioni di tessuti realizzati in laboratorio. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori statunitensi, per ora sui conigli, con uno studio pubblicato da 'The Lancet'. Agli animali e' stato tolto l'osso di un arto anteriore, rimpiazzato da uno scheletro artificiale fatto di un materiale ricoperto di sostanze chimiche che attirano le cellule staminali delle ossa e della cartilagine. Quattro settimane dopo a tutti e dieci gli animali trattati era guarita la zampa, e tutti avevano ripreso le normali funzionalita'. "E' la prima volta che viene ricostruita un'intera superficie che riprende tutte le sue funzioni - ha spiegato Jeremy Mao, del Columbia University Medical Center - la rigenerazione delle ossa e della cartilagine dalle cellule staminali puo' essere di grande aiuto in chi ha una frattura alla spalla, al ginocchio o all'anca". La tecnica e' molto promettente, spiegano gli autori, soprattutto nei casi in cui bisogna sostituire intere parti dello scheletro, come nel caso delle fratture dell'anca.

Fonte: Agi

Nuova speranza per le staminali cardiache da tecniche innovative

Un gruppo di ricercatori dell'Imperial College London, nel Regno Unito, ha messo a punto delle innovative tecniche per identificare e poi purificare le cellule staminali cardiache che possono dare origine a cellule del cuore che battono. Lo riporta un articolo pubblicato sul notiziario Cordis. I ricercatori, coordinati da Michael Schneider, hanno individuato le cellule in questione nei topi, e anche se gli indicatori di identificazione sono molto diverse nelle

Italia e Spagna a confronto per parlare di staminali

L'incontro ufficiale è iniziato lo scorso venerdì e si concluderà lunedì 12 luglio. Oggetti di discussione e di lavoro, propedeutici alla condivisione futura di progetti, i temi cruciali della ricerca scientifica e della conservazione dell'ambiente naturale. Protagonisti di questo scenario sono un ospite straniero di alto livello istituzionale - Dr. Juan Manuel Revuelta, direttore generale della Fondazione della Comunita' Valenciana presso l'Unione Europea - e, per parte italiana, alcuni fra i medici ricercatori piu' importanti del settore della genetica e della diagnosi neonatale - Dott. Federico Maggi, presidente del laboratorio di analisi Toma Spa; Prof. Giuseppe Simoni, braccio destro responsabile del ramo scientifico della societa' e direttore scientifico di Biocell Center Spa; insieme ai responsabili della Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita di Gerenzano e del Parco Naturale delle Lame del Sesia.
La visita ufficiale, che abbraccia un intero weekend - a sottolineare la volonta' di consolidare rapporti sia personali sia professionali fra le due regioni, prevede un ricco programma. In particolare, la giornata di sabato 10 luglio è stata dedicata ad approfondire la rispettiva conoscenza sulle esperienze di eccellenza nella ricerca scientifica e sulle possibilita' culturali da sviluppare insieme, mentre lunedi' 12 sara' la volta del dibattito sui progetti di tutela ambientale e naturalistica da intraprendere.
Dalla scienza alla natura il passo e' breve. Il Parco delle Lame del Sesia e l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua sono enti gestori di un patrimonio ambientale ricco di biodiversita', tra le zone umide piu' importanti dell'area: un habitat fragile, eppure ricchissimo, da preservare con progetti di tutela e conservazione che non possono che avere respiro internazionale. L'incontro fra questi luoghi di eccellenza e questi personaggi ha pertanto l'obiettivo dichiarato di discutere le priorita' di sviluppo e intervento, a livello comunitario, che dovranno svolgersi nel 2020, per i quali e' necessaria una progettualita' fin d'ora, al fine di individuare risorse finanziarie per la loro realizzazione. Un momento assai significativo, dunque, a livello politico e pratico, che potra' fondare le basi per una parte di Europa che avremo.
Fonte: Agi

Hanno salvato il figlio recandosi in Turchia

Nonostante la legge 40, che nel 2004 ha vietato la diagnosi genetica preimpianto, la madre ed il padre di Carlo (è un nome di fantasia, ndr) sono riusciti a dar vita a un altro bambino che non avesse la sua stessa rarissima malattia e usarne il cordone ombelicale per ricavare cellule staminali per fargli il trapianto di midollo. «Viviamo vicino Reggio Emilia. Nostro figlio è nato - spiega - con l’anemia di Diamond-Blackfan, rarissima malattia genetica per cui il midollo osseo non produce globuli rossi. Visto che il trapianto di midollo non era possibile, perché non era stato trovato un donatore compatibile, neanche in famiglia, abbiamo deciso di procedere con le trasfusioni, pur sapendo che la situazione sarebbe comunque peggiorata». Questo finchè un giorno C. non sente per radio di una coppia inglese, in una situazione simile, che ha dato alla luce un altro figlio per salvare il fratello malato. Così lui e sua moglie iniziano tutta la procedura a Bologna, «ma a metà del ciclo viene approvata la legge 40 in Italia - aggiunge - e quindi il medico interrompe tutto». I due non si arrendono, e si rivolgono prima a una clinica di Istanbul, dove tutti e tre i cicli falliscono. Poi provano a Bruxelles, con altri due cicli, e poi di nuovo a Istanbul con altri due. L’ultimo ha finalmente successo, e così nasce Francesca. «Il suo cordone ombelicale è stato congelato - continua il padre - per ricavare staminali. Sei mesi dopo le è stato espiantato un poco di midollo, per integrarlo alle cellule del cordone, dopo di che si è fatto il trapianto a mio figlio, che oggi sta bene».

Fonte: Il Resto del Carlino

Le staminali del midollo osseo per la rigenerazione del fegato

Trattati con successo, al Sant'Orsola di Bologna, i due primi pazienti con cellule staminali del midollo osseo per rigenerare il fegato malato. Da alcuni anni, il Prof. Roberto M. Lemoli dell'Istituto di Ematologia "L. e A. Seragnoli" (diretto dal Prof. Michele Baccarani) ed il Prof. Pietro Andreone dell'U.O. di Medicina Interna (diretta dal Prof. Mauro Bernardi) hanno avviato una serie di studi per approfondire il ruolo delle cellule staminali midollari nella rigenerazione epatica nei pazienti con patologia cronica di fegato. Da queste sperimentazioni, e dopo autorizzazione del Ministero della Salute, e' nato il primo studio pilota in Italia attualmente in corso presso il Policlinico S.Orsola-Malpighi. I due pazienti, sottoposti alla reinfusione delle cellule staminali con cirrosi epatica in stadio avanzato, sono stati gia' dimessi dall' ospedale senza complicanze legate alla procedura: per un terzo paziente, per il quale sono state raccolte le cellule staminali dal sangue, la reinfusione e' prevista per fine luglio. Nei prossimi mesi sara' possibile, informa l'ospedale, dare un giudizio sulle potenzialita' della terapia con cellule staminali, speranza concreta per la cura di una patologia ,la cirrosi epatica, che rappresenta una delle principali cause di morte nei giovani adulti dei Paesi occidentali. Il progetto di ricerca - finanziato dalla Regione Emilia Romagna in accordo con l'Universita' degli Studi di Bologna - prevede di sottoporre pazienti affetti da cirrosi con insufficienza epatica di grado avanzato, in lista d'attesa per trapianto di fegato, alla reinfusione intraepatica di cellule staminali midollari.

Fonte: AGI